MUNER università auto futuro Fortronic

MUNER è la università emiliano-romagnola dove si formano i futuri ingegneri di Ferrari, Ducati & C. Qui elettronica e Intelligenza Artificiale giocano un ruolo fondamentale

 

Ferrari, Lamborghini, Ducati… basta il nome a evocare il “suono” unico dei loro motori, immaginare la potenza, sottolineare l’eccellenza tutta italiana conosciuta e apprezzata nel mondo. I loro marchi raccontano di un mondo dove la corsa, la velocità costituisce il dna. Dietro a loro successo si cela il lavoro di squadra, la sagacia di aziende che hanno saputo scegliere e contare su professionisti che esprimono il meglio non solo in termini di conoscenza meccanica, ma anche di elettronica.

Ma dove si formano oggi gli ingegneri elettronici e meccanici che potranno ambire a entrare a far parte del Gotha del mondo dell’auto e moto? Si formano nella stessa regione in cui sorgono altre straordinarie aziende, come Maserati, Dallara, ovvero nella Motor Valley.

In questo crogiuolo dalla forma di bolide, prende forma la Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER). Si tratta di una “super università”, più propriamente un’associazione inter accademica nata da Università di Bologna, Università di Ferrara, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma, sostenuta dalla Regione e fortemente richiesta da aziende quali: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso.

Partita lo scorso anno, ha avviato due lauree inter-ateneo e internazionali, con corsi full english in Advanced Automotive Engineering e in Advanced Automotive Electronic Engineering.

Come spiegato nel sito web istituzionale, MUNER “intende attrarre nella regione i migliori studenti universitari di tutto il mondo con l’obiettivo di formare e inserire nel mondo del lavoro gli ingegneri di domani, i professionisti che progetteranno veicoli stradali e da competizione, i sistemi di propulsione sostenibili e i sottosistemi per le funzionalità intelligenti e gli impianti di produzione all’insegna dell’Industria 4.0”.

Ma qual è stata l’esigenza che ha dato il via a MUNER? Risponde Riccardo Rovatti, docente dell’Università di Bologna, presso il dipartimento di Ingegneria dell’Energia elettrica e dell’Informazione, coordinatore del corso di Laurea in Advanced Automotive Electronic Engineering: «Innanzitutto le aziende promotrici assorbono moltissimi dei laureati delle quattro università. Constatato che la Motor Valley è una parte integrante dell’economia regionale e non solo, è nata la volontà da parte delle stesse protagoniste con gli atenei di far nascere questa realtà». L’indirizzo legato all’elettronica è uno dei più interessanti per Ferrari & C. «Anche se non andrà a sostituirsi a quello convenzionale condotto dall’università, è però particolarmente specializzato per l’ambito legato all’automotive», evidenzia Rovatti. Da qui è nata l’ipotesi di un piano di studi che comprende oggi materie specifiche che non guardano solo all’auto – o moto – di oggi ma anche a quelle di domani. Un corso altamente selezionato, che per il primo anno conta su 14 studenti, selezionati su decine di profili.

Prof Riccardo Rovatti MUNER
Riccardo Rovatti

 

Come entra in gioco l’elettronica in un corso di laurea promosso da aziende vocate all’assoluta eccellenza e dalla vocazione racing?

È ormai assodato che mettendo elettroni e intelligenza in qualunque soluzione e ambito, si migliorano le performance. Per questo l’elettronica e l’IT hanno ampio spazio, tanto che si era pensato inizialmente di connotare questo corso con un nome assai avveniristico: “Compu-motive”. L’elettronica può essere utile in ogni aspetto, dalla regolazione della potenza al comfort acustico di chi viaggia su un bolide il cui motore ha un “suono” spiccato.

L’avvento dell’Intelligenza Artificiale entra in gioco nel corso di laurea?

Direi pienamente. Ai ragazzi è richiesto che vengano in contatto con l’ambito legato all’AI, in particolare le reti neurali, soluzioni tecnologiche cruciali specie nello sviluppo delle auto a guida autonoma. A partire dal secondo anno di studio gli studenti possono usufruire di questi contenuti. Tra l’altro questo è uno degli apporti più importanti che l’ambito universitario può fornire e di cui hanno bisogno e interesse le case automobilistiche. Attualmente il costo legato alla parte delle elaborazioni delle informazioni è molto elevato e l’apporto accademico può fornire competenze importanti sul tema.

E che importanza ha l’elettronica di potenza nel corso di studi e, in generale, nella finalità applicativa nell’automotive?

Pur non essendo centrale nel piano di studi, legato più all’elaborazione delle informazioni, riveste comunque una significativa importanza; anzi è centrale in tutti gli ambiti in cui l’elettronica deve interagire col mondo fisico. I concetti dell’elettronica di potenza, poi, sono trasversali già nel primo anno di studi e nel secondo vengono finalizzati a particolari sottosistemi in ambito automotive. Se poi in questo contesto comprendiamo anche ciò che gravita attorno alle interferenze elettromagnetiche, legate al cablaggio di ciò che è adibito al trasporto della potenza, diviene imprescindibile per tutto ciò che ha a che fare col mondo auto.

Quanto potrà essere importante, ai fini della mobilità elettrica e dell’autonomous car, una proposta universitaria come quella condotta da MUNER e nel suo in particolare?

La guida autonoma è un tema che è già previsto nel piano di studi e nel relativo elenco delle competenze da erogare. A questo proposito ci si avvale di competenze di assoluta eccellenza, offerta dall’università di Parma (il caso Vislab è emblematico: nato da uno spin-off dell’Università di Parma, è stato acquisito nel luglio 2015 per 30 milioni di dollari da Ambarella, impresa leader nello sviluppo di sistemi di compressione video e di elaborazione immagini – nda). Tra l’altro, un ulteriore stimolo è stato offerto dal Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture, che di recente ha emanato un decreto che chiarisce come si possa essere autorizzati a svolgere prove su strada dei veicoli a guida autonoma. È un tema complesso, che comprende vari aspetti, come la visione artificiale, elemento fondamentale così come le tecnologie Gps per il posizionamento.

Per quanto riguarda progetti in via di sviluppo sui sistemi innovativi per la guida, che iniziative avete avviato o al via?

Posso citare un’iniziativa per creare borse di studio di dottorato dedicate a un progetto di ricerca finanziato a livello europeo sulla sensorizzazione intelligente. Questo aspetto, chiamato sensor fusion, è importante per capire non solo quanto avviene all’esterno, ma anche nell’abitacolo, ovvero lo stato in cui si trova il conducente, un tema importante dal punto di vista della sicurezza. Questi sensori, infatti, opportunamente rielaborati, possono offrirci informazioni preziose sull’eventuale alterazione psico fisica del guidatore, come potrebbe essere un eccesso di alcool. Stiamo poi attivando la domanda per un Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che interessa l’ambito giuridico e assicurativo relativo alla sicurezza sotto molteplici punti di vista.

Un’attività formativa altamente selezionata come quella proposta da MUNER immagino convogli grande interesse e passione degli studenti, che va ben oltre la loro preparazione. È così?

Proprio così. I 14 allievi che ho la fortuna di avere come studenti sono davvero appassionati oltre che molto, molto preparati. Tanto per capire: uno degli studenti, pur essendo iscritto a Ingegneria elettronica e pur avendo già sostenuto alcuni esami, ha deciso di iscriversi qui e rinunciare quanto fatto, ricominciando da zero pur di venire a contatto con le aziende partner: e noi li mettiamo davvero in contatto con visite periodiche ai loro laboratori e officine.

Innovation Stratergic Summit

 

Del MUNER si parlerà il 27 giugno a Modena durante il Fortronic – Strategic Innovation Summit, l’evento sul futuro dell’automotive tra auto elettriche, connesse e a guida autonoma. Scopri di più

Andrea Ballocchi