La bici elettrica italiana pedala nella smart city
La mobilità elettrica ha a che fare molto di più con le bici che con le auto. Con 155.000 e-bike vendute (+25% rispetto al 2016), il confronto con le auto elettriche immatricolate è impietoso: l’anno scorso sono state 1967 le e-car vendute, rappresentando appena lo 0,1% del totale immatricolato.
Ma il fenomeno delle due ruote elettriche sta crescendo anche a livello internazionale: in Norvegia, primo Paese in Europa per numero di auto elettriche, il numero di e-bike vendute è stato nel 2016 di 40mila unità, su un totale di 350mila. Altro esempio: proprio in questi giorni si è sparsa la notizia che il colosso del servizio di trasporto privato Uber avrebbe acquisito per circa 100 milioni di dollari la startup Jump, specializzata nella fornitura di biciclette a pedalata assistita per il ride sharing.
FIVE, la bici elettrica prodotta in Italia nella fabbrica nZEB
In Italia lo scorso anno ha fatto notizia la inaugurazione di FIVE – Fabbrica Italiana Veicoli Elettrici, che per la propria sede ha costruito un edificio nZEB ed energeticamente autosufficiente, grazie al fotovoltaico installato sul tetto.
Spiega Gary Fabris, rappresentante istituzionale FIVE e direttore commerciale marchio Italwin, che il progetto è nato per volontà del Gruppo Termal, realtà dalla storia ultratrentennale nella climatizzazione e nei sistemi per la produzione di acqua calda sanitaria che nell’ultimo decennio ha puntato anche nei settori dell’edilizia ecosostenibile e, appunto, della mobilità elettrica.
La Fabbrica Italiana Veicoli Elettrici significa produttore di bici elettriche e di tutta la componentistica. Il rientro dalla Cina di Wayel (prima realtà in tema di bici di proprietà Termal) è stato motivato anche dalla volontà di puntare sulla qualità propria del made in Italy. Nel frattempo è stato acquisito Italwin, realtà veneta con una solida storia nel comparto delle e-bike; della “famiglia” fa parte anche Lockbike, specializzata in soluzioni di bike parking e di bike sharing ibrido.
In FIVE l’eccellenza made in Italy è a tutto tondo
«Dopo l’esperienza di qualche anno avviata in Italia con l’assemblaggio di alcuni modelli, il Gruppo Termal ha deciso di costituire un polo della mobilità elettrica, producendo oggi in FIVE sia Wayel che Italwin. I vantaggi sono molteplici: oltre a garantire un livello eccellente in termini qualitativi, concentrare in un’unica sede produttiva consente di seguire ogni fase, dalla progettazione, all’assemblaggio al controllo». La componentistica è pressoché tutta italiana: l’unica deroga sono le celle Samsung. Ma lo stesso assemblaggio della batteria – che implica un lavoro attento nella selezione e saldatura delle celle e nella installazione della centralina di controllo, denominato BMS (battery management system) sistema elettronico che gestisce la ricarica della batteria – viene svolto nella sede bolognese «dove abbiamo dedicato una sezione dello stabilimento per la produzione delle batterie anche conto terzi», aggiunge Fabris. Un laboratorio test sovrintende al perfetto funzionamento della bici e dei componenti, meccanici ed elettronici. D’altronde, con un obiettivo di produrre 35mila bici a pedalata assistita l’anno occorre prevedere un carico di lavoro sempre più sensibile.
La e-bike strategica per mobilità elettrica e per la smart city
E anche la digitalizzazione tecnologica è un obiettivo che si pone sempre più a fronte dell’importanza che riveste la bici per sviluppare strategie interne alla smart city e non solo: «si è già a conoscenza del fatto che le due ruote forniranno un aiuto sensibile nella raccolta dati, a livello di bike sharing ma non solo. L’e-bike acquista ancora più interessante e pensando di dotarlo anche di un GPS o altri strumenti utili per monitorare vari parametri, dal traffico all’inquinamento, grazie alla sua capacità di penetrazione pressoché ubiqua in ogni parte della città».
Lo stesso Fabris conferma la crescita del comparto elettrico delle bici: «nel segmento city bike assistiamo a un incremento che, seppure non tumultuoso, è costante; ma è nel segmento delle mountain bike che la crescita assume caratteri esplosivi». FIVE si è lanciata su quest’ultimo mercato quattro anni fa, proponendo così un catalogo completo nell’offerta. «Anche il settore delle moto elettriche sta cominciando a incontrare un certo riscontro». In Italia lo scorso anno sono stati venduti 3.190 motoveicoli elettrici (+43% rispetto al 2016), con una penetrazione rispetto al mercato endotermico dell’1%, ovvero dieci volte superiore a quella del mercato auto elettrica.
Il Gruppo Veicoli Elettrici, da Confindustria alla volontà di fare rete
Proprio insieme ad alcuni protagonisti del ciclo e motociclo elettrico FIVE ha costituito in Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo e motociclo) il gruppo Veicoli Elettrici, «dove confluiscono cicli, motocicli e anche quadricicli», spiega lo stesso Fabris che è stato eletto presidente proprio lo scorso marzo. Questa nuova realtà «proprio per essere trasversale è di riferimento per lo sviluppo della normativa, che presenta ancora lacune importanti da colmare – spiega il neopresidente – Uno per tutti: non si sa ancora se una moto elettrica, in base ai criteri di legge, possa circolare in autostrada. Per comprendere meglio: il Codice della Strada non contempla i kilowatt ma i cavalli». Il gruppo si propone anche di promuovere la nascita di una fiera di riferimento per la mobilità elettrica. Non solo: sempre in ottica smart city, intende attivarsi per favorire l’interazione tra i vari e-veicoli, puntando a costituire una filiera integrata di trasporto 100% elettrica, a emissioni zero.