L’auto a guida autonoma ha un cuore italiano
Si chiama EVA (Embedded Vehicle Autonomy) l’ultima nata tra le auto a guida autonoma dalla collaborazione tra la società americana Ambarella e lo spin-off dell’Università di Parma VisLab.
Presentato nel cuore della Silicon Valley, il veicolo propone una soluzione innovativabasata su un’innovazione tutta italiana!
Una tecnologia rivoluzionaria per l’automotive
La soluzione si chiama Cv2 e consente alle vetture di vedere, misurare, decidere e guidare in totale autonomia… L’auto non ha i LiDAR, ovvero i radar ottici che misurano la distanza dagli oggetti, ma una fusione tra telecamere visive e radar. Attraverso sei fotocamere a lunga portata e ad alta risoluzione montate sul tetto e altre otto inserite nei paraurti (sia davanti sia dietro), il sistema riesce infatti a simulare la nostra vista, inviando le informazioni raccolte al microchip che elabora i dati e permette la guida autonoma.
Il Cv2 e le sue fotocamere riconoscono i segnali stradali e la strada stessa fino a un raggio di 150 metri: in pratica riescono a guidare anche quando il segnale Gps non prende, slegando quindi le auto a guida autonoma dai navigatori satellitari e dalle mappe.
EVA ha una guida autonoma di livello 4 (vd. articolo di riferimento in proposito) ed è dotata del sistema CVflow con cui può calcolare tantissime operazioni e può apprendere con le reti neurali e i chip dall’esperienza.
Il futuro dell’auto a guida autonoma è tracciato in Italia
Questo sistema innovativo ha un cuore italiano. Nel 2015 infatti Ambarella ha acquisito il VisLab, spin-off dell’Università di Parma guidato dal professor Alberto Broggi. Nata nel 2009, VisLab si è da subito dimostrata pioniere in tema di guida autonoma proponendo le prime sperimentazioni e i primi modelli, come Braive e Deeva basate su intelligenza artificiale e telecamere.
Dopo vent’anni di lavoro, la società dovrebbe presentare a breve altre novità.